Ad evitare di rovinarci la Pasqua
Sappiamo, le amiche di F. che controlleremo la loro nazionalità:
se effettivamente portoghesi consumeranno il pranzo di pasqua con noi.
Che si presentino insomma con carta d'identitá o passaporto.
Se romana, come le padrone di casa, eccezionalmente ammessa
( cucina é persona indispensabile), non avrebbero in ogni caso accesso.
Indi spiegheremo loro che in Italia, da 150 anni "afre il portoghese"
significa "usufruire di un servizio senza pagarlo", per esempio intrufolarsi, senza biglietto, in un spettacolo a pagamento o farlo senza avere un regolare invito in un'occasione riservata ai soli invitati.
L'espressione risale a un episodio storico avvenuto a Roma nel XVIII secolo: l'ambasciatore del Portogallo presso lo Stato Pontifico invitò i connazionali residenti a Roma ad assistere gratuitamente a uno spettacolo teatrale presso il Teatro Argentina. Non era necessario un invito formale, bastava dichiarare la propria nazionalità portoghese.
Molti romani cercarono di approfittare dell'opportunità spacciandosi per portoghesi, da cui l'avvertimento "non fare il portoghese " per diffidare chiunque dallo spacciarsi per quel che non si è. E non si può essere.
La morale è una sola: diffidate dei romani, sempre.
Sappiamo, le amiche di F. che controlleremo la loro nazionalità:
se effettivamente portoghesi consumeranno il pranzo di pasqua con noi.
Che si presentino insomma con carta d'identitá o passaporto.
Se romana, come le padrone di casa, eccezionalmente ammessa
( cucina é persona indispensabile), non avrebbero in ogni caso accesso.
Indi spiegheremo loro che in Italia, da 150 anni "afre il portoghese"
significa "usufruire di un servizio senza pagarlo", per esempio intrufolarsi, senza biglietto, in un spettacolo a pagamento o farlo senza avere un regolare invito in un'occasione riservata ai soli invitati.
L'espressione risale a un episodio storico avvenuto a Roma nel XVIII secolo: l'ambasciatore del Portogallo presso lo Stato Pontifico invitò i connazionali residenti a Roma ad assistere gratuitamente a uno spettacolo teatrale presso il Teatro Argentina. Non era necessario un invito formale, bastava dichiarare la propria nazionalità portoghese.
Molti romani cercarono di approfittare dell'opportunità spacciandosi per portoghesi, da cui l'avvertimento "non fare il portoghese " per diffidare chiunque dallo spacciarsi per quel che non si è. E non si può essere.
La morale è una sola: diffidate dei romani, sempre.
É algo como isto:
Para evitar estragar Páscoa.
Que saibam as amigas de F. que verificaremos a sua nacionalidade, se realmente são portuguesas que partilham o almoço de Páscoa connosco.
Que se apresentem assim com bilhete de identidade ou passaporte.
Se forem romanos como a dona de casa, excepcionalmente permitida,(na cozinha é essencial), não terão acesso.
Em seguida, explicar-lhes hei que, em Itália, à 150 anos que "se fazer de Português" significa "usufruir de um serviço sem pagar", por exemplo entrar sem um bilhete num espectáculo ou atender sem convite a uma festa numa ocasião reservada a convidados.
O termo remonta a um incidente histórico que teve lugar em Roma no século XVIII: o embaixador de Portugal junto da Pontifícia convidou portugueses residentes em Roma, para assistir a uma performance teatral gratuita no Teatro Argentina. Não era necessário um convite formal, bastava declarar a sua nacionalidade portuguesa. Muitos romanos tentaram fazer-se passar por portugueses, de onde surgiu o aviso "não te faças de Português" para declarar a desconfiança numa pessoa que se faz passar por alguém que não é.. Nem o pode ser.
A moral é só uma: desconfiem dos romanos, sempre.
A moral é só uma: desconfiem dos romanos, sempre.
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